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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Vicolo della Tinta (già Via della Tinta) – (R. IV – Campo Marzio) (da via di Monte Brianzo, senza uscita)

"Questa contrada molto probabilmente ha preso il nome dall'avervi un tempo abitato dei tintori. Altri scrittori poi, tra di essi il Nardini, in Roma antica, asseriscono che siccome il presente luogo era appellato anticamente “terento”[1] dal latino “terere”, cioè dal rodere e consumare che il Tevere faceva in quella ripa, così dal surriferito vocabolo di “terento” per corruzione siasi detto “tinta” e quindi chiamata via della Tinta e la Chiesa di Santa Lucia della Tinta”. (Rufini - 1847).

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[1]            Era invece il "Trigarium” ed il “Campus Equiriorum”. Il Tarentum con l’“Ara Ditis era oltre, nell’ansa che fa il Tevere dopo ponte Sant’Angelo. Il Trigarium fra il Tarentum e il Tevere serviva per addestrare i cavalli alla corsa e al maneggio. Un cippo scoperto nel 1890, dietro la chiesa di S. Biagio della Pagnotta, ha indicato con precisione il posto del Trigarium. Il Trigario era dunque un terreno a contatto col Tevere, fra il ponte Vittorio Emanuele e il ponte Elio, sviluppato per 300 m ad oriente e confinante a sud col Tarentum.

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Vicolo_della_Tinta

Vicolo della Tinta

Via_di_Monte_Brianzo_angolo_Vicolo_della_Tinta-Chiesa_di_S_Maria_della_Tinta

Vicolo_della_Tinta-Lapide

Via di Monte Brianzo angolo Vicolo della Tinta - Chiesa di Santa Lucia della Tinta

Nel Dizionario di Erudizione Storico Ecclesiastica  di Gaetano Moroni (1802-1883), si dice che, in luogo della chiesa, vi fosse un’ara dedicata a Dite e a Proserpina, che i romani avrebbero costruito dopo la guerra con gli Albani (VII sec. a.Ch.) e che il canonico Giovanni Romanuccio avrebbe riedificato la chiesa, sotto papa Niccolò I (858-867), dedicandola a Santa Lucia, vedova romana  e martire, nell’anno 860 circa.  (Segue sotto l’ingrandimento...)

Vicolo della Tinta
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